(P.Bertoli) 


Stesi nell'erba tra i fiori di campo 
Persi a narraci future fortune coi sensi colmi di voglia di vita 
In tasca solo speranza infinita 
E una fiducia infinita nel seno 
Quando avevamo cent'anni di meno 
Quando una donna era fatta di nebbia e dalle labbra stillava rugiada 
Da quella bocca spandeva all'intorno 
Inni alla nascita nuova del giorno 
E i suoi capelli odoravan di fieno 
Quando avevamo cent'anni di meno 
Mille cannoni perduti da un bacio 
Noi credevamo alla pace nel mondo 
Bastava un dolce sorriso, uno sguardo 
Tutti abbracciati in un bel girotondo 
Anche al diluvio davamo il suo freno 
Quando avevamo cent'anni di meno 
Oltre i confini di un chiaro orizzonte nascevan solo mattini di pace 
La fame, il freddo, la tetra miseria o il malgoverno di qualche incapace 
Tutto sfumava in un cielo sereno quando avevamo cent'anni di meno 
Luce accecante ci entrava negli occhi e dipingeva di rosa il cammino 
Gli sfruttatori, gli schiavi del vizio o i giustizieri di un vecchio ronzino 
Li lasciavamo fuori dal treno 
Quando avevamo cent'anni di meno 
Sopra alle sponde di un lago di pane noi portavamo l'intero creato 
Poi cantavamo canzoni all'amore 
Nudi tra gli alberi ai bordi di un prato, paghi d'amore col cuore ripieno 
Quando avevamo cent'anni di meno 
Sotto alle stelle in un bar dentro casa senza deciderci ad andare a dormire 
Noi volavamo su Marte o la Luna felici solo di starci a sentire 
E credevamo a un domani sereno 
Quando avevamo cent'anni di meno.