La speranza fioriva come un seme piantato nella terra più grassa, quando è aprile inoltrato. E la gente guardava quella luce leggera, si sentiva felice e per niente rideva. Milano viaggiava come avesse una vela: è finita la guerra, ci godiamo la cena. Luigi cresceva con un solo problema: sognare più forte e non solo di notte. Assorbiva con gli occhi tutto l’azzurro del cielo, mentre cambiava paesaggio, disegnava il coraggio. Dopo un respiro profondo cominciava il racconto, Luigi era strano, fermo ma tanto lontano. Sento voci di donna a lavare nel fiume, sento il vento che gira, fischiando, tra gole e pianura, sento posti lontani dove non sono mai stato e il sole che nasce, mentre qui c’è la luna a Milano. La terra che trema sotto ai vulcani, sento nell’aria i tamburi e il rosso di fuochi lontani, sento ruscelli e cascate di sole, mentre qui si progetta la forza di un nuovo motore. Luigi era quello magro come un uccello che volava sul foglio perché è quello che voglio. Sento voci di donna a lavare nel fiume, sento il vento che gira, fischiando, tra gole e pianura, sento posti lontani dove non sono mai stato e il sole che nasce, mentre qui c’è la luna a Milano. La terra che trema sotto ai vulcani, sento nell’aria i tamburi e il rosso di fuochi lontani, sento ruscelli e cascate di sole, mentre qui si progetta la forza di un nuovo motore. Luigi era quello magro come un uccello che volava sul foglio perché è quello che voglio e il foglio mi resta incollato sul cuore, c’è scritto “se sogni, la tua vita non muore”.