La prima volta che ho sentito di te dovevi intervenire al telefono da Gaza prima di un nostro concerto a Brindisi. Io non sapevo chi fossi, pensavo fossi un vecchio compagno, poi ho visto le tue foto, i tuoi collegamenti ed ho capito subito che eri uno di noi, freschezza e tatuaggi. Parlavi di bombe e di morti, tra le bombe in mezzo ai morti, riuscendo a farlo con leggerezza da una connessione internet un po' addove, con la corrente che un po' andava un po' veniva, e avevi quel tono, un tono leggero, come, canzonatorio… come se la morte non potesse nemmeno sfiorarti, in netto contrasto con la sceneggiatura lugubre dei fanatici pro Israele di casa nostra, ciechi sordi cattivi con la bava alla bocca, ignoranti, e più di tutto ipocriti e assassini. Ed ora sono qua che ti guardo, tu che con la morte veramente e fino all'ultimo dei tuoi giorni ti sei confrontato, senza tante sceneggiate, sottovoce, defilato, coi piedi nell'acqua che te la ridi godendo degli schizzi e del vento che ti scompiglia i capelli… e un po' sorrido, e un po' piango, così, come ci hai insegnato tu, resto umano. Ci sto provando. Io non credo nei confini, nelle barriere, nelle bandiere credo che apparteniamo tutti ad una stessa famiglia che è la famiglia umana che tipo di pace, democrazia viene esportata tramite quegli stessi elicotteri Apache? La pace del fosforo bianco, delle cluster bomb, delle centinaia di vittime civili. Siamo vivi ma siamo messi molto male! Restiamo umani. Gaza Che differenza passa tra Brusca che brucia un bambino nell'acido e il tuo amico Perez che di bambini nell'acido o, per meglio dire, nel fosforo bianco ne ha bruciati più di 350 l'anno scorso? Credo che ci siano diversi tipi di resistenza, c'è la resistenza armata, che da queste parti non è stata molto efficace, proprio per mancanza di armi. Cecchini dappertutto che sparano a qualunque cosa si muova. Un massacro che non è a danno di Hamas ma è a danno della popolazione civile.