L'ho imparato da mia madre che lo
diceva sempre a mio padre che
tutti gli uomini sono bugiardi
bevono giocano e tornano tardi.
Tutti uguali, tutti uguali.
Ma nel mio letto poi alla sera mi si
insegnava un'altra preghiera facci
o Signore tutti quanti tutti buoni
tutti Santi.
Tutti uguali, tutti uguali.
lo venni su tra vecchie case e panni
stesi ad asciugare le stesse facce
gli stessi confini gli stessi giochi
gli stessi bambini.
Tutti uguali, tutti uguali.
Il primo bacio a tredici anni l'ho
dato a uno che aveva vent'anni
a lui soltanto ho detto ti amo e
allora ho pensato che forse non
siamo.
Tutti uguali, tutti uguali.
E se con lui è durato ben poco è
stato giusto non era che un gioco
ma senza amore il mio calendario e
una sfilza di giorni come un
Rosario.
Tutti uguali, tutti uguali.
E anni e anni a ritrovarsi con cento
altri cui aggrapparsi ma anche chi
si diceva mio amico in fin dei conti
non mosse mai dito.
Tutti uguali, tutti uguali.
Adesso parlo come mia madre
quando diceva rivolta a mio padre
che tutti gli uomini sono bugiardi
bevono giocano e tornano tardi.
Tutti uguali, tutti uguali.
Ma sono pronta a rinnegarmi basta
che tu ti fermi a guardarmi e già mi
trovi nella tua rete a cosa
m'importa se in fondo voi siete.
Tutti uguali, tutti uguali!