“Stava immobile nel letto
con le gambe inesistenti
e una piaga sulla bocca
che seccava il suo sorriso
mi parlava rassegnato
con la lingua di chi spera
di chi sa che è prenotato
sulla sedia di lillà.

Ogni volta che rideva
si stracciavano le labbra
e il sapore che ne usciva
era di stagione amara
le sue rughe di cemento
lo solcavano di rosso
prontamente diluito
da una goccia molto chiara.

- Penso troppo al mio futuro -
ripeteva delirando
- penso troppo al mio futuro
penso troppo e vivo male
penso che fra più di un anno
cambieranno i miei progetti
penso che fra più di un anno
avrò nuove verità.

Tu non farmi questo errore
vivi sempre nel momento
cogli il giorno e tanto amore
cogli i fiori di lillà -
- Quanti amici hanno tradito -
continuava innervosito
- quanti amici hanno tradito
per la causa dell’Amore -.

Sono andato a casa sua
sono andato con i fiori
mi hanno detto che era uscito
che era andato a passeggiare
ma vedevo un’ombra appesa
la vedevo dondolare
l’ombra non voleva stare
sulla sedia di lillà”.